Produzione, autoconsumo e condivisione di energia termica: il ruolo dei prosumer nel teleriscaldamento efficiente
Sviluppo di un prototipo di sottostazione bidirezionale per il teleriscaldamento
In linea con gli obiettivi dell’accordo di Parigi (UNFCCC, 2015), che prevede di contenere l’aumento della temperatura mondiale ben al di sotto di 2 °C e di adoperarsi per limitare tale aumento a 1,5 °C, la Commissione Europea ha incrementato – attraverso il Green Deal europeo (COM(2019) 640) – l’ambizione dell’Unione in materia di clima, innalzando l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra ad almeno il 55 % entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, puntando alla neutralità climatica al 2050. A questo scopo l’UE ha presentato il pacchetto Fit for 55 (2021), contenente una serie di proposte legislative che trovano applicazione in diversi ambiti, tra cui energia, trasposti, clima, biodiversità, uso del suolo e fiscalità. Questo percorso è stato ulteriormente confermato da RePowerEU (COM(2022) 108), che traccia un percorso verso la progressiva riduzione delle importazioni di combustibili fossili dalla Russia, puntando sull’efficienza energetica e sulla riduzione dei consumi.
All’interno del suddetto contesto normativo è stato chiaramente sottolineato il ruolo del teleriscaldamento (TLR) efficiente[1] per il raggiungimento degli obiettivi di efficienza, sostenibilità energetica, utilizzo delle fonti rinnovabili (FER) e riduzione dell’uso dei combustibili fossili. In particolare, il teleriscaldamento è destinato a coprire un fabbisogno progressivamente decrescente – legato ad interventi di riqualificazione del parco immobiliare esistente che ridurranno sempre più il fabbisogno energetico degli edifici– con temperature operative prevedibilmente inferiori rispetto alle reti tradizionali e con la possibilità di incrementare la quota di calore distribuito integrandosi con altri sistemi energetici (per veicolare l’energia prodotta in eccesso da FER non programmabili o per recuperare calore di scarto). In questo contesto, il ruolo del TLR attivo assume una particolare rilevanza poiché consente al singolo utente di diventare un prosumer e quindi di immettere in rete energia termica in eccesso prodotta localmente. ENEA ha sviluppato una innovativa sottostazione di scambio termico bidirezionale che consente ad un utente connesso ad una rete di TLR non solo di prelevare energia termica, ma anche di immetterla qualora la produzione locale di energia (proveniente ad esempio da un impianto solare termico) ecceda il fabbisogno dell’utente stesso. Le attività di sviluppo della sottostazione hanno inoltre coinvolto importanti partner come Università di Bologna (DIN) e EURAC Research. L’attività è stata sviluppata e finanziata nell’ambito dell’Accordo di Collaborazione ENEA-MASE per la Ricerca di Sistema Elettrico, PTA 2017, PTR 2019-2021 e PTR 2022-24.
[1] Basato sulla distribuzione, in alternativa, di almeno a) il 50 per cento di energia derivante da fonti rinnovabili, b) il 50 per cento di calore di scarto, c) il 75 per cento di calore cogenerato, d) il 50 per cento di una combinazione delle precedenti, ai sensi della Direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica recepita in Italia dal D.Lgs. 102/2014 (normativa in fase di aggiornamento ai sensi della direttiva EED 2023/1791).